Intitolata a San Giovanni Battista, la leggenda collega la sua origine a Galla Placidia, che l'avrebbe fatta costruire con i resti del tempio di Giove Ammone. La prima menzione si ha in un documento del X secolo e doveva essere preceduta da un edificio più antico, di età romana, come lasciano supporre i tanti materiali di spoglio reimpiegati nella costruzione.
La chiesa deriva il suo nome dalla posizione all'ottavo miglio della Via Faventina, la strada romana che congiungeva Faenza e Firenze lungo la Vale del Lamone.
La Chiesa di età romanica risale all'XI-XII secolo, come attesta un’iscrizione su un capitello recante la data 1100, e ha un impianto basicale a tre navate suddivise da colonne marmo di diverso spessore, tra cui una di marmo rosa di Verona, sormontate da archi a tutto sesto. L'edifico è stato ampliato nel corso del secolo XVI, ma conserva buona parte della struttura romanica.
Una volta entrati, lo sguardo è attirato da una statua lignea raffugurante la Madonnna del Melograno e da un capitello corinzio del I secolo a.C. con foglie di acanto adibito ad acquasantiera.
Durante alcune campagne si scavo, sotto l'abside è stata ritrovata una cripta ad oratoria di età romanica, di cui si conservano le tracce dei pilastrini che reggevano la copertua. Tra i ritrovamenti è stato portato alla luce un pozzetto per la gettata delle campane al di sotto della navata centrale, secondo l'uso medievale di fabbricare le campane dirattamente nel cantiere.
La cripta e alcuni ambienti sotterranei ospitano un percorso di visita che consente di scoprire questa parte suggestiva dell’edificio e i reperti di età romana e mediveale ritrovati durante gli scavi archeologici, tra cui una macina da frantoio del II secolo.
La pieve del Thò si trova lungo il Sentiero dell'Olio ed è immersa paesaggistico agricolo di Brisighella.
Dal 15 aprile al 15 ottobre: domenica e festivi dalle 15.00 alle 18.00
Dal 16 ottobre al 14 aprile: domenica e festivi dalle 14.30 alle 16.30