La Manfrediana è ospitata, dal 1825, nel complesso monumentale della Chiesa e dell’ex Convento dei Servi di Maria, che si sviluppa attorno ai due chiostri, risalenti al XIV secolo.
Le raccolte della Biblioteca possono vantare antifonari miniati medievali, rarità bibliografiche, incisioni, disegni e acquerelli.
La Biblioteca conserva numerose opere d’arte ed è sede di mostre e incontri culturali.
Le origini della Biblioteca di Faenza risalgono alle soppressioni napoleoniche delle case religiose e alle conseguenti confische avvenute a partire dal 1797. Solo nel 1825, come ricorda la lapide posta lungo lo scalone centrale, la biblioteca venne trasferita nella sede attuale, in seguito alla restituzione del complesso conventuale ai Gesuiti, ritornati a Faenza nei primi decenni dell'Ottocento.
Nel 1923, sotto la direzione di Piero Zama, che resse l'istituto dal 1920 al 1956, furono trasferiti in Biblioteca l'Archivio notarile e l'Archivio storico comunale. Trovarono posto nelle antiche scaffalature realizzate nel 1784 da Francesco Sangiorgi su disegno di Luigi Gallignani, appositamente restaurate e qui trasferite. Scaffalature che danno il nome alla Sala del Settecento,, visitabile su appuntamento, che oggi ospita i fondi librari costitutivi della Biblioteca.
Nei fondi musicali si conserva il Codex Faenza una delle più ricche e antiche raccolte di musica strumentale, allestito trail XIV e il XV secolo.
Il Gabinetto dei disegni e delle stampe, istituito nel 1974, raccoglie tutto il materiale iconografico pervenuto alla biblioteca nel corso degli anni.
L'Aula Magna ospita il globo celeste del geografo e cartografo Vincenzo Coronelli, affiancato dal globo terrestre, ricostruito a seguito dei bombardamenti che nel 1944 avevano colpito la Biblioteca.
Le collezioni contemporanee e il ricco calendario di eventi - incontri, mostre e presentazioni - rendono la Manfrediana un polo culturale di grande vivacità.