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Carciofo Moretto

Carciofo Moretto

Brisighella, Faenza

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Il carciofo Moretto è una varietà rustica, sulla quale non sono stati fatti interventi genetici e ciò ha consentito di mantenere inalterate nel tempo le caratteristiche e gli aromi originari, diversamente da altre varietà largamente coltivate nel bacino del Mediterraneo.

Un ortaggio autoctono, biologico e succulento che nasce spontaneo nei tipici calanchi della Vena del Gesso Romagnola.

La pianta del "Moretto" è formata da un cespuglio che può raggiungere il metro e mezzo di altezza, il fusto eretto con getti basali denominati "carducci" vengono usati per la riproduzione. Le foglie, invece, sono di colore verdi-grigiastre, grandi e spinose. Dal punto di vista agronomico predilige i terreni siliceo-argillosi, tipici dei calanchi romagnoli, ben esposti al sole. Le foglie, verdi-grigiastre, sono grandi e spinose, pendenti all'infuori. Il Moretto si presenta violaceo con riflessi dorati, spine giallo nere ben formate e rigide. Il suo sapore è leggermente amaro, fresco, appetitoso.

Zona di produzione

Comuni di Brisighella e in un alcune zone del territorio di Faenza (Errano e Castel Raniero).

Tecniche tipiche

Diverse possono essere le alternative del suo utilizzo in cucina. Esso, infatti, può essere consumato crudo e leggermente lessato, condito con sale e olio, preferibilmente con il grande olio "Brisighello" con il quale si sposa molto bene.

Il carciofo è importante nella dieta degli anemici in quanto possiede un alto contenuto di ferro. Aiuta le situazioni di difficoltà intestinale grazie al contenuto di cellulosa. È utilizzato anche per i diabetici grazie al basso contenuto di zuccheri.

Origini storiche

La presenza del carciofo Moretto nel Brisighellese è piuttosto antica, come attestano le testimonianze orali raccolte, da agricoltori e/o detentori di "Carciofo moretto di Brisighella", si evince che diverse famiglie coltivano questo tipo di biotipo di carciofo almento dagli Anni '40-'50 del Novecento. Tuttavia la documentazione reperita parla genericamente di carciofo e non specifica "Moretto" e l'unica traccia documentale che attesti il nome di "Moretto" è un articolo sul quotidiano "Il Messaggero" del 1993 (mercoledì 9 giugno).

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