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Scalogno di Romagna

Scalogno di Romagna

Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme, Solarolo

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Lo Scalogno di Romagna, da non confondersi con quello francese più esposto nei supermercati, è un prodotto tipico della Provincia di Ravenna. E' una pianta erbacea da orto, fa famiglia con le Liliacee e si propaga per bulbo o meglio per bulbilli.

In nome del piccolo bulbo dal nome altisonante di "Allium ascolanicum", si sono mobilitati ricercatori universitari, si sono consultati gli antichi testi classici e, nel 1997, si è ottenuta la Identificazione Geografica Protetta (IGP) che ne decreta la sovrana residenza in un fazzoletto di Romagna.

Lo Scalogno è un prodotto biologico in senso pieno, non ha bisogno di niente per crescere e mantenete le sue piacevoli caratteristiche. Lo Scalogno contrariamente alle altre Liliacee, aglio e cipolla, non ha fiore, non c'è perciò scambio di pollini tra una pianta e l'altra e la riproduzione avviene sempre e solo per bulbo. Lo Scalogno di oggi, se analizzato è lo stesso di 2000 anni fa.

Il colore bianco violaceo, distribuito sulla forma a fiaschetto è invitante e suggerisce gustosi antipasti estivi o robuste preparazioni autunnali, al seguito di funghi porcini, arrosti, bistecchine.

Zona di produzione

Tutta la Provincia di Ravenna.

Tecniche tipiche

Diversi sono gli usi dello scalogno e precisamente si possono utilizzare: le foglie, raccolte ancora verdi, tagliate finemente per insaporire insalate con pomodoro, lattuga, cicoria, ecc. I bulbi freschi, ripuliti dalla pellicola esterna, si tagliano a fettine sottili per aromatizzare piatti conferendo a questi quel loro sapore leggermente piccante. Con i bulbi tagliati, cubetti di prosciutto e pomodoro si prepara un ottimo e gustoso ragù per tagliatelle o tagliolini all'uovo.

Origini storiche

Lo Scalogno di Romagna sembra originario del Medio Oriente, precisamente dalla città di Ascalone castello di Giudea, cosi lo cita Plinio. È ricordato anche dal Boccaccio nelle sue novelle, cosi Dioscoride descrive lo scalogno il "Bulbus Ascalonites", mentre Ovidio trattando degli afrodisiaci include lo scalogno ritenuto già dagli antichi uno stimolante delle funzioni sessuali. Tuttavia lo scalogno fu certamente coltivato nel Giardino di Carlo Magno ed il suo uso andò diffondendosi durante il secolo XII.

Dal 1200 lo scalogno è già ben affermato in Francia paese in cui è molto apprezzato dove ha un ruolo importantissimo nella cucina raffinata. Differisce dal nostro scalogno romagnolo per l'aroma che è più simile alla cipolla, per radici sensibilmente molto più corte, per i fusti e foglie diversi.

In Europa, lo scalogno è conosciuto con il nome "Eshalote" in Francia, "Shallot" in Inghilterra, in Germania "Schalotte", ed "Ascalonia" o "Chalota" in Spagna.

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