I territori faentini ospitano quattro delle sedici Sottozone della denominazione Sangiovese Romagna DOC: Serra, Brisighella, Marzeno e Oriolo, terroir unici con microclimi caratteristici e terreni unici, da cui derivano vini di grande qualità che esprimono sfumature diverse.
Il Sangiovese è il vino principe della nostra terra e con il suo carattere schietto, vivace, qusi ruvido al primo assaggio, rispecchia il temperamento romagnolo, rustico e generoso, con una grande personalità.
Sottozona Serra
Il primo, a nord, presenta terreni fertili e argillo-ferrosi che producono rossi freschi e vivaci. Il secondo, più a sud, è il fulcro del distretto con altitudini tra 100 e 250 m e suoli argillo-calcarei, offrendo vini dal frutto vibrante, caldi, proporzionati e con tannini incisivi.
Il terzo, lungo il Senio, è caratterizzato dai calanchi, che limitano la viticoltura a poche aree. Il quarto settore, parte del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, è un paesaggio unico dove la viticoltura rappresenta solo una piccola porzione.
Sottozona Marzeno
La vite domina i due crinali collinari paralleli al torrente, su terreni argillo-calcarei a un'altitudine tra 100 e 200 metri. Qui i Sangiovese sono caldi, tannici e austeri, ma sviluppano nel tempo grande complessità e dinamismo.
L'area pedecollinare di Sarna è l'unica eccezione, caratterizzata da pianure più evidenti e terreni fertili di argille evolute. Qui i vini rossi spiccano per il volume e una fruttuosità intensa, ideale da apprezzare giovani.
Sottozona Brisighella
Nella prima, i suoli variano da argillo-ferrosi a calcarei, dando al Sangiovese intensità, vigore e calore. La seconda, intorno a Brisighella, presenta suoli marnoso-arenacei e altitudini fino a 400 m slm. I vini qui offrono meno forza tannica e maggiore finezza nei dettagli.
La terza area, vicino alle pendici dell'Appennino, si sviluppa lungo terrazze marnoso-arenacee. I vini mostrano un frutto nervoso e minerale, tannini marcati e sapidità che bilancia l'alcol. La Sottozona Brisighella è valida anche per vini bianchi (Trebbiano almeno 60%; Albana e Chardonnay fino a un massimo del 40%).
Sottozona Oriolo
Due eccezioni emergono. La prima riguarda i rilievi di Petrignone, con suoli più scuri che donano al Sangiovese una sapidità e una tannicità più marcata. La seconda è la Molasse del Messiniano, dove il Sangiovese acquisisce note minerali nei profumi e un gusto ampio e voluminoso.
La Sottozona Oriolo consente anche la produzione di vino Bianco (Trebbiano min. 70%, Albana max. 30% da solo o in miscela con altri vitigni bianchi idonei fino al 5%) e Centesimino, nelle varianti riserva, passito e spumante rosato.