Qui la natura non è spettacolo, ma presenza viva. La roccia bianca, spigolosa, della vena gessosa affiora tra i boschi e si lascia toccare, scalare, attraversare. È una dorsale lunga e silenziosa, che corre per decine di chilometri come una spina dorsale minerale, custodendo grotte, sentieri, fossili, storie. Ma anche silenzi, profondi e leggeri, che sanno fare spazio ai pensieri.
Questo territorio è molto più di un’area verde: è un luogo di incontro tra geologia, biodiversità e cura del paesaggio. Un ex podere trasformato in centro visite, immerso in un contesto che si rigenera da sé. D’estate profuma di ginestre e di origano selvatico, d’inverno si veste di nebbia e raccoglimento. I sentieri — segnati, curati, narranti — sono un invito a camminare senza fretta. Non servono scarpe da scalatore: bastano curiosità e rispetto.
Tra un passo e l’altro, può capitare di incrociare un capriolo, o di vedere svolazzare il raro falco pellegrino. Ma è soprattutto la roccia a raccontare: la Vena del Gesso è un tratto distintivo di questo angolo di Romagna. Un unicum europeo, emerso milioni di anni fa dal ritiro del mare e modellato nei secoli dal vento, dall’acqua e dalla mano dell’uomo.
Non è solo meta per escursionisti esperti. È anche un luogo per famiglie, scolaresche, camminatori della domenica. Ci si arriva facilmente da Brisighella, con una breve salita tra vigne e ulivi. Si può pranzare al sacco all’ombra dei cerri, osservare le stelle nei cieli limpidi di settembre, partecipare a una visita guidata tra le falesie. Ogni stagione ha il suo passo, ogni cammino il suo perché.
Non c’è bisogno di effetti speciali. Qui la meraviglia è fatta di dettagli: un sasso poroso tra le dita, una radice che spunta dal sentiero, una volpe che scompare nel sottobosco. È una bellezza che non chiama a gran voce, ma ti aspetta. E quando ti accoglie, lo fa con la sincerità di una terra che conosce il valore del silenzio, del lavoro paziente, della natura che si prende il suo tempo.
La Vena del Gesso non si visita: si abita. Un passo alla volta, con il fiato che si allunga e la mente che si apre. E se alla fine del percorso ti accorgi di essere più leggero, più attento, più grato... allora vuol dire che questo angolo di Romagna ha fatto il suo mestiere.
Gli itinerari del parco della Vena del Gesso: